Mi alzo alle 6:30. L'orologio è tornato indietro di un'ora. Quella italiana. Il tempo non è buono. Faccio qualche foto all'ostello e parto prima che inizi a diluviare.
A ovest il tempo sembra migliore anche se non di tanto.
Ricomincio a gareggiare con le nuvole che mi inseguono... ma io sono sempre più veloce. Sono un po' demoralizzato: se inizia a piovere dovrò fermarmi da qualche parte.
Scaramanticamente indosso l'antipioggia e divento aerodinamico come un armadio Ikea.
Quale miglior posto per fare allenamento in bici se non l'autostrada?
Casello sloveno. Qui corro in casa. Sono posti che ben conosco. I limiti di velocità si alzano da 120 a 130 km/h. Non si alzano le mie medie velocistiche.
Ultimo punto di rifornimento sloveno. 850 km dalla partenza. Stanco ma felice di tanta abbondanza di moto.
Il viaggio sta per finire. Entro in Italia.
...finalmente
a casa.
A ovest il tempo sembra migliore anche se non di tanto.
Ricomincio a gareggiare con le nuvole che mi inseguono... ma io sono sempre più veloce. Sono un po' demoralizzato: se inizia a piovere dovrò fermarmi da qualche parte.
Scaramanticamente indosso l'antipioggia e divento aerodinamico come un armadio Ikea.
Il maltempo incalza, ma davanti a me riesco a vedere finalmente il fronte delle nuvole. Magari riesco a sbucarne fuori.
L'autostrada per Belgrado è discreta. Anche se non voglio devo tenere medie alte. Inizia la lunga teoria dei rifornimenti (da quando sono rimasto a secco rifornisco ogni 200 km) e dei pagamenti dei caselli. Di incalcolabile aiuto la carta di credito accettata ovunque.
Arrivo velocemente a Belgrado 245 km.
Vista dalla tangenziale, Belgrado non mi sembra questo gran scrigno di bellezza...forse mi tengo il mio pregiudizio: assomiglia a Bucarest! Per strada non vedo alcun "ricordo" dei bombardamenti NATO della guerra balcanica (come diversi bloger segnalano). La strada è interessata da lavori. Vengo avvicinato da un biker che indicandomi la sua magnifica BMW mi grida: "E' del 1973!!!". Gli faccio i complimenti e gli chiedo uno scatto insieme. Si chiama Vladimir Obradovic fa il taxista, ha acquistato la moto come veicolo dismesso in dotazione alla polizia serba e l'ha restaurata con un amico. Mi dà un biglietto da visita e mi dice che il suo migliore amico è il Ministro degli Interni (!) e che se ho bisogno di qualcosa in Serbia non devo esitare a chiamarlo.
Scatto la foto ricordo. Bel tipo vero? Peccato per la moto che non si vede tanto.
Quale miglior posto per fare allenamento in bici se non l'autostrada?
Continua la lunga cerimonia dei rifornimenti, dei pagamenti dei caselli e dei controlli di frontiera. Viaggio veloce con un bel sole. L'aria è comunque sempre fredda e non tolgo la tuta antipioggia.
Alla frontiera Serba in uscita il poliziotto fa "uno+uno+uno": maschio che viaggia solo, mezzo di trasporto insospettabile, di ritorno dalla Turchia. Risultato: trafficante. Mi mette con la moto da parte e mi fa aprire tutto il bagaglio: borsa magnetica, bauletto, sacchetto dei vestiti sporchi... tutto, ogni taschetta ogni pertugio. La sua attenzione si ferma sulle scatole di dolci turchi che porto in regalo. Comincia ad aprire la scatola di dolcetti sigillati su cui si concentra la sua attenzione. Alle mie proteste risponde perentorio: "Control! Control!".
Rientro nella vecchia Europa...quella Unita.
Casello sloveno. Qui corro in casa. Sono posti che ben conosco. I limiti di velocità si alzano da 120 a 130 km/h. Non si alzano le mie medie velocistiche.
Ultimo punto di rifornimento sloveno. 850 km dalla partenza. Stanco ma felice di tanta abbondanza di moto.
Il viaggio sta per finire. Entro in Italia.
Sono stanchissimo ma risoluto. Corro a tutta manetta con la testa protesa in avanti quasi a mordere l'aria...
E senza accorgermene avviene la metamorfosi...
In un attimo mi trasformo.
...poiDivento belva selvaggia affamata di asfalto e chilometri.Scimitarra ottomana che stacca gli arti e le teste.Katana samurai che guizza accompagnata dal ruggito del drago.Saetta che separa strappando, lembi di cielo.Freccia unna che sibila in battaglia tra grida, tripudio e stridore di denti...
...finalmente
a casa.
Qui finisce il miniblog del mio piccolo viaggio che dedico a Béla.
bè un ultimo commento ci vuole..anche se ci siamo visti questa mattina....t ho visto soddisfatto e hai motivo di esserlo....è stata una sfida e un'avventura....che t porterai dietro sempre
RispondiElimina...i "piccoli"imprevisti diventeranno dei simpatici aneddoti da raccontare...
a noi...lasciaci il gusto di "sfotterti" un pò :-)
che altro dirti....BENTORNATO VIAGGIATORE !!!
PARLANO PARLANO DI LIBERTA' MA QUANDO VEDONO UN UOMO VERAMENTE LIBERO ALLORA NE HANNO PAURA
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