giovedì 14 aprile 2011

Nis Caorle

Mi alzo alle 6:30. L'orologio è tornato indietro di un'ora. Quella italiana. Il tempo non è buono. Faccio qualche foto all'ostello e parto prima che inizi a diluviare.


A ovest il tempo sembra migliore anche se non di tanto.


Ricomincio a gareggiare con le nuvole che mi inseguono... ma io sono sempre più veloce. Sono un po' demoralizzato: se inizia a piovere dovrò fermarmi da qualche parte.
Scaramanticamente indosso l'antipioggia e divento aerodinamico come un armadio Ikea.


Il maltempo incalza, ma davanti a me riesco a vedere finalmente il fronte delle nuvole. Magari riesco a sbucarne fuori.



L'autostrada per Belgrado è discreta. Anche se non voglio devo tenere medie alte. Inizia la lunga teoria dei rifornimenti (da quando sono rimasto a secco rifornisco ogni 200 km) e dei pagamenti dei caselli. Di incalcolabile aiuto la carta di credito accettata ovunque.
Arrivo velocemente a Belgrado 245 km.


Vista dalla tangenziale, Belgrado non mi sembra questo gran scrigno di bellezza...forse mi tengo il mio pregiudizio: assomiglia a Bucarest! Per strada non vedo alcun "ricordo" dei bombardamenti NATO della guerra balcanica (come diversi bloger segnalano). La strada è interessata da lavori. Vengo avvicinato da un biker che indicandomi la sua magnifica BMW mi grida: "E' del 1973!!!". Gli faccio i complimenti e gli chiedo uno scatto insieme. Si chiama Vladimir Obradovic fa il taxista, ha acquistato la moto come veicolo dismesso in dotazione alla polizia serba e l'ha restaurata con un amico. Mi dà un biglietto da visita e mi dice che il suo migliore amico è il Ministro degli Interni (!) e che se ho bisogno di qualcosa in Serbia non devo esitare a chiamarlo. 
Scatto la foto ricordo. Bel tipo vero? Peccato per la moto che non si vede tanto.





Quale miglior posto per fare allenamento in bici se non l'autostrada?


Continua la lunga cerimonia dei rifornimenti, dei pagamenti dei caselli e dei controlli di frontiera. Viaggio veloce con un bel sole. L'aria è comunque sempre fredda e non tolgo la tuta antipioggia.



Alla frontiera Serba in uscita il poliziotto fa "uno+uno+uno": maschio che viaggia solo, mezzo di trasporto insospettabile, di ritorno dalla Turchia. Risultato: trafficante. Mi mette con la moto da parte e mi fa aprire tutto il bagaglio: borsa magnetica, bauletto, sacchetto dei vestiti sporchi... tutto, ogni taschetta ogni pertugio. La sua attenzione si ferma sulle scatole di dolci turchi che porto in regalo. Comincia ad aprire la scatola di dolcetti sigillati su cui si concentra la sua attenzione. Alle mie proteste risponde perentorio: "Control! Control!". 
E ' troppo...gli do un aiutino per il gioco Soliti Ignoti.

mercoledì 13 aprile 2011

Istanbul Asia Europa Nis

Mi alzo verso le 6:30. Il bagaglio è già pronto da ieri sera. Sono riposato e pronto a guidare per i 900 km che mi separano da Nis in Serbia. Voglio arrivare a Nis per compiere il viaggio di ritorno in due giorni. Fermarsi prima vorrebbe dire caricare di km la tappa successiva, l'ultima. Il tempo non è male anche se da est nuvoloni minacciosi mi consigliano di partire subito.


Sono attrezzato per la pioggia ma guidare con l'asfalto bagnato mi ha sempre fatto molta paura: dovrei quantomeno raddoppiare i tempi di rientro. Sain di notte è uscito a coprire la targa della moto con un ulteriore sacchetto. Non so se per la pioggia incipiente o per nascondere un potenziale obiettivo per i ladri locali del sabato sera. Saluto Sain e il Grand Omer.


L'obiettivo di oggi è Nis in Serbia. E' un avamposto che mi permetterà l'ultimo "salto" di 1000 km. Prima però ne approfitto per fare un giro in Asia, una delle mie tappe obbligate che avevo posto all'inizio della preparazione del viaggio. La strada per uscire da Istanbul ed attraversare il Bosforo è semplice, esco dal nodo dell'albergo  e tengo direzione Ankara... peccato non essere diretto lì per davvero!
Quello che sembrava un percorso breve si rivela una bella cavalcata... corro per una ventina di chilometri ma il ponte sul Bosforo, che ieri sembrava a portata di mano, sembra ancora lontano...o forse ho sbagliato strada?




Ve l'avevo promessa! Sono in Asia! Vado a bere un caffè... il mio primo in Asia.


Non posso investire troppo tempo sull'avvenimento. Prendo la prima uscita dell'autostrada e torno indietro con direzione Edirne (Tracia).



E di nuovo in Europa.


Viaggio su un' autostrada scorrevole , l'asfalto è ottimo e tengo buone medie. I nuvoloni mi inseguono da dietro ma io sono più veloce. Arrivo al rifornimento e faccio colazione... la mia preferita... l' ultima in Turchia, il mio ultimo çay.



La moto attira sempre curiosità. Io ne approfitto per qualche scatto.


Dopo questa foto l'ho presa e cavalcata per ore... ha assecondato ogni mio desiderio...


... non avevo dubbi... è una Honda, the power of dreams!

Viaggiare è piacevolissimo. Il cielo è sereno e sono in assetto perfetto. Macino i chilometri che mi separano dalla frontiera. Purtroppo le stazioni di servizio sono davvero poche... dovrò uscire per fare benzina in un paesetto di campagna.


Arrivo in frontiera. E' domenica e i camions sono fermi. 20 chilometri di fila in attesa della partenza: loro sono i veri eroi della strada.
Impegnato con lo scooter anche un venditore di pietanze che fa la spola da un camion all'altro.



Al mio passaggio tutti mi salutavano con il pollice alzato. Sono commosso.
Prima di attraversare la frontiera mi fermo a fare benzina e liberarmi delle ultime lire. Ibrahim con il figlio gestisce una pompa fatiscente. Faccio benzina da lui convinto che poi non troverò nulla: in realtà ce ne sono altre 5 ultra moderne. Ibrahim è curdo e mi invita a visitare l' Anatolia: secondo lui è il posto più bello della terra. Io ci credo.


In un baleno arrivo alla frontiera. Sto entrando nell' E.U. In lontananza vedo la bandiera Bulgara. 


Passando la frontiera bisogna attraversare una barra di lavaggio a terra che spruzza disinfettante. Mi lavo completamente.



In Bulgaria, in prossimità della frontiera due camions si sono tamponati. La fila che entra in Turchia si rompe e i mezzi cominciano ad invadere la corsia del senso opposto. Non c'è più regola, ciascuno va dove crede e i due sensi di marcia si mescolano. Con un' accelerata mi allontano in fretta.


Il tempo è buono e i paesaggi selvaggi e bellissimi. Ogni 50 km una pattuglia di polizia con telelaser al lavoro.


Corro risoluto verso la mia meta e vedo a bordo strada una macchina ferma sul ciglio. Poco distante un uomo con una specie di tanica in mano che procede lentamente a piedi nella mia stessa direzione. Sarà che solo 4 giorni prima io ero nella stessa situazione, vuoi perché nel modo di camminare mi ricorda mio suocero, senza esitazione mi fermo. Lui capisce al volo, non dice nulla e sale dietro direttamente sul parafango: viaggiavo infatti con la sola sella del conducente. L'aria è fredda, lui è senza giacca e senza casco, ad ogni curva lo sento irrigidirsi e spostarsi repentinamente. Penso non sia abituato a viaggiare in moto e la cosa un po' lo spaventi. Cerco di andare il più piano possibile. Dopo 40 chilometri arriviamo ad un benzinaio.


Mi saluta con un ciao ed una stretta di mano. Io continuo a correre, mi fermo per controllare una indicazione e sento salire dalla moto odore di bruciato. Cosa succede? Scendo per guardare meglio, dalla marmitta superiore si alza fumo nero. Accidenti...il mio amico ha fatto 40 chilometri con la scarpa che poggiava sullo scappamento. Probabilmente si contorceva perché la scarpa andava a fuoco!


La strada bulgara, sui tratti non autostradali è pessima. Il traffico pesante crea buche e avvallamenti che ti fanno perdere il controllo del mezzo. Mentre tolgo una mano dal manubrio per controllare il bauletto, prendo una buca profonda che fa alzare la ruota davanti! La ruota, ritoccando terra, inizia a vibrare destra sinistra e io con una sola mano faccio fatica a tenerla dritta. Mi fermo e mi faccio il segno della croce. Passo all'esterno di Sofia. Mi sembra il prototipo della città comunista. Non riesco a fotografarla meglio.


Passo la frontiera con la Serbia. Esco dall' E.U. I controlli doganali sono sempre macchinosi. 


Guidare in zona Pirot è meraviglioso. Si viaggia su una strada stretta che passa attraverso un canyon costeggiato da un torrente. Il paesaggio è mozzafiato. Fa tanto freddo, indosso la tuta antipioggia. 


Il sole è al tramonto. Devo trovare alloggio prima che sia troppo buio, esco dall'autostrada a Nis e mi dirigo verso il centro. Mi aspettavo una città turistica ed invece è un grosso centro abitato: trovare alloggio richiederà più sforzo del solito, penso. Mi avvicino ad un signore che mi indica un ostello non troppo lontano. Mi dirigo lì. Lo trovo ed inizio a spogliarmi per presentarmi alla reception. Suono il campanello e attendo la risposta. Dietro a me una voce mi chiede "Sei tu il biker che cerca alloggio?". Mi volto.
Marco mi invita a seguirlo. Mi dice che conosce un ostello con parcheggio privato per la moto. Anche lui guida una custom di piccola cilindrata. Non riconosco la marca. Lo seguo fino in centro dove ci fermiamo davanti ad un ostello, lui mi dà un biglietto da visita e mi chiede di fare il suo nome al proprietario. Lo saluto frettolosamente. Ho sonno e non vedo l'ora di buttarmi a letto. Una volta in camera mi dispiace averlo liquidato in fretta. Gli invio un SMS chiedendo una foto da inserire nel blog.
E' tardi per trovare da mangiare. Mi arrangio come posso.


Conosco qualche ragazzo del bar dell' ostello dove sono l'unico ospite.


Mi insegnano a leggere i caratteri cirillici ed il serbo. Io sono uno che impara subito. Qui ad esempio c'è scritto "la colazione si serve alle 8:00".


Vado a dormire. Domani mi aspettano 1000 chilometri.










  






martedì 12 aprile 2011

Istanbul

N.D.R. A causa di questo imprevisto, dalla (quasi) capitale turca non ho potuto aggiornare il blog. Lo faccio ora.
Il cielo è coperto ma ogni tanto sbuca il sole. La notte non è trascorsa male. L'albergo è su una arteria di traffico importante ed i clacson non riposano neanche la notte. Mi sono alzato un paio di volte a controllare la moto.




Sain mi aveva avvisato che la colazione sarebbe stata pronta alle 8:00. Per quell'ora ero preparato ad iniziare il mio tour turistico. Colazione "alla turca " veramente ottima.  


A seguire il tipico çay (pronuncia ciaj, the turco). I turchi consumano il çay durante tutto l'arco della giornata. Lo usano come adescamento per clienti ma anche come semplice e ricorrente gesto di ospitalità.


Esco in strada. Prendo un bigliettino da visita dell'Hotel (nel caso mi perdessi) ed inizio il mio tour. Compro una cartina della città all'edicola (5 lire) ed inizio a studiare il giro migliore. Subito si avvicina un signore e mi chiede se può essermi d'aiuto. Mi indica la strada per il Gran Bazar. E' lì che sono diretto.
Inizio a vedere i primi venditori per strada.
Profumi.


Biscottone di pane salato con formaggio.


Uova.

Al Gran Bazar, come indicato sul sito Viaggiaresicuri, poliziotti col detector in maniera discreta, sondano borse e persone mentre transitano. 



E' ancora presto ed il mercato non è ancora quel trionfo di profumi, richiami, contrattazioni che conoscerò più tardi.




Uscendo dal mercato mi perdo volentieri per le stradine del quartiere. Ogni viuzza ha la sua offerta di mercanzia più o meno omogenea:
La via delle armi. Avrei voluto comperare un Kalashnikov come souvenir ma non sapevo dove metterlo sulla moto.


Questo artigiano dà la forma ad una fondina in pelle con una fiamma.


La via delle fibie.


La via dei decoratori del rame.


A piedi (ma esiste una metropolitana di superficie molto facile da usare) mi porto in zona Sultan Ahmet Camii - la Moschea Blu, mentre il muezin inizia il suo canto di preghiera.


L'unico venditore di guide turistiche che è riuscito a vendermi una guida in italiano... era troppo simpatico. Riuscivano a capire la tua nazionalità da lontano e ti chiamavano. Dopo la moschea aveva il suo negozio di tappeti che mi ha invitato a visitare.


Anche qui controlli di polizia con veicoli futuristici.


O impegnati a consumare un çay in qualche bar.


E' la volta dell'Aya Sofya Museo. Centro della crisitianità di Bisanzio divenne moschea con la conquista dei turchi  e quindi museo. Tutti i simboli cristiani furono rimossi e creati i 4 minareti.


I venditori sono ovunque presenti.
Lecca lecca artigianale confezionato espresso con possibilità di scelta dei gusti.


Venditore di non so cosa.


Lustrascarpe.


Tocca al Palazzo di Topkapi (20 lire). Un museo con parco affacciato sul Corno d'Oro. Una stupefacente raccolta di oggetti di rappresentanza in oro, abiti del Sultano, armi, troni ed oggetti preziosi. Purtroppo i turisti erano tanti e si doveva praticamente correre senza fermarsi davanti a niente. Era anche vietato fotografare. Per errore sono entrato al museo di archeologia di Topkapi (10 lire) che ho visitato rapidamente.



Zeus.


Tiche, dea della fortuna (è quella in secondo piano).


Passo al palazzo. Anche qui grandi misure di sicurezza. Ogni borsa è passata ai raggi x.



Il Corno d'Oro.


Il ponte sul Bosforo che vorrei attraversare domani per andare in Asia.



Scatti random.



Marinai russi.





Ottimo gyros (6 lire).










Il signore vende fazzolettini in carta e... pesate sulla bilancia di casa.


Guardate chi si è fatto rivedere dalla Grecia... Zio-gas!!!



Cottura del pane tradizionale.


Carica telefono da strada (1 lira).


Turche moderne.


Non è raro veder passare ragazzi che si tengono per mano. In amicizia.


Venditrice sfinita e cane sfinito che sa dove riposare al meglio.



Per gli amici caorlotti: guardate come si dice "sta' fermo" in turco!




E' sabato sera, e c'è la partita in tv, i locali sono pieni come le strade.



Il panettiere è già all'opera.


Sala di scommesse.


Vado a mangiare in una trattoria turca. Antipasto di cetrioli in jogurt con cipolla e pane (1,60 lire)


Piatto di carne con funghi, patate, paprika, piselli e qualcos'altro. Riso con fagioli (4,60 lire).




Prima di uscire vado alla toilette. 


Salviettine foxy.



E' quasi mezzanotte ma sembra mezzogiorno. Le strade tornano a riempirsi di venditori. Qualcuno mette in terra un lenzuolo e sopra borse, magliette o scarpe. Il caos non si ferma neanche con le tenebre, il concerto dei clacson è incessante. Cercavo un animaletto per Greta ed Eleonora e in cosa mi imbatto?


Anche oggi è arrivata l'ora di andare a dormire. Domani mi aspetta l'Asia!